martedì 1 dicembre 2015


MORTE DI UNA DOTTORESSA.
Una cosa che colpisce subito quando si guarda una carta geografica dell’Africa, sono i confini di Stato spesso nettamente lineari. Sono così perché a disegnarli non è stata la storia dei popoli che là vivono e vivevano ma le varie potenze coloniali che nel 1800 e agli inizi del 1900 se la sono spartita. Anche l’Italia, nel suo piccolo, ha cercato la sua parte in Somalia, in Libia, in Etiopia.


Il colonialismo, inteso come occupazione militare, è quasi scomparso. E’ stato però sostituito da un imperialismo economico per cui un enorme fiume di risorse (petrolio, diamanti, metalli preziosi, ecc.) parte dall’Africa per contribuire alla ricchezza dell’Occidente (e di recente della tossCina) ricevendone spesso in cambio rifiuti tossici e scorie radioattive.
C’è chi si rende conto di questa quotidiana rapina che porta miseria, malattie, morte e distruzione in un intero Continente. Un Continente Ricco (in un prossimo post parlerò delle ricchezze del Congo ad esempio). Un Continente bellissimo. Un Continente dove peraltro è nata 4 milioni di anni fa in una località chiamata Valle del Rift per poi diffondersi su tutto il Pianeta.
C’è chi si rende conto di questa quotidiana rapina e, orfano di una politica internazionale, decide comunque di dedicare tutta, o gran parte della propria vita, recandosi là per offrire la propria professionalità e il proprio aiuto: una sorta di risarcimento volontario fatto anche a nome degli indifferenti e perfino delle canaglie che usano le popolazioni residenti come carne da macello per farsi la guerra per interposta persona e impadronirsi delle risorse africane (se penso anche al cane a sei zampe, non è per caso).
C’è chi, come la dottoressa Rita Fossaceca che, al seguito dell’Associazione Onlus “For Life”, è andata in Kenia ad occuparsi di bambini in difficoltà, condividendo con le popolazioni del luogo scarsità di cibo, di acqua, di medicinali, di sicurezza.
Rita è stata uccisa in un tentativo di rapina, così dice la cronaca.
Rita è stata uccisa mentre cercava di restituire con le sue forze e con la sua bontà, una briciola infinitesimale di quello che i Paesi Ricchi rapinano all’Africa.


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